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Lettere dal Lab • Quanto costa la cultura?

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In questa mia riflessione mi riferisco a quei lavori che gravitano in ambito culturale e artistico. Io amo definirmi artigiana anche se molti mi dicono che sono più un’artista, ad ogni modo credo che per le attività come la mia il confine sia abbastanza labile e dunque credo di ricadere proprio nell’ambito della cultura.

Sappiamo che l’Italia in quanto a bellezze culturali non ha da invidiare niente a nessuno ma credo che abbia da imparare ancora molto circa la gestione di questo patrimonio e di chi, fortunato o meno, cerca di camparci.

Quando mi sono iscritta a Conservazione dei beni culturali sapevo che finito il percorso di studi non sarei finita in un ambito facile, sapevo, e ne sono convinta anche ora, che è una laurea che ti da tutto e niente. Niente se credi che dall’alto ti si cali chissà quale opportunità, tanto se ti rimbocchi le maniche e ti costruisti un tuo percorso.

Nel post laurea ho fatto degli stage che mi hanno permesso di entrare nel mondo della didattica e mi hanno anche fatto capire alle volte quanto complicato e duro sia il mondo della cultura e delle amministrazioni pubbliche. Non voglio assolutamente sputare nel piatto dove ho mangiato, è stata una bella esperienza, mi ha fatto crescere tanto ma indubbiamente mi ha anche aperto gli occhi e mi ha fatto capire cosa non avrei più accettato. Se oggi so dire dei no senza sentirmi in colpa, beh lo devo proprio a quella formazione.

”Beh sei agli inizi, cosa pretendi, devi accettare anche di lavorare gratis, ti fai le ossa, ti farai conoscere! Beh se vuoi continuare qui devi anche dare qualcosa, fai questo evento gratis e magari poi ne arriva uno a pagamento altrimenti sei fuori dal gruppo.”

La cosa più nauseante è che chi diceva queste cose ben si faceva pagare per quello che faceva, insomma il solito predicar molto bene e razzolare male. Io ho lavorato gratis? Certo, avrei voluto aver più coraggio e dire già allora un bel no ma non ne avevo gli strumenti, credevo che fosse comunque la via giusta (grazie senso di colpa!).

La ceramica già c’era in questi anni, c’era già anche la partita iva e l’iscrizione all’albo degli artigiani e c’era anche la volontà di far percepire che non erano “lavoretti”, che il mio non era un hobby da fare nei ritagli di tempo ma una professione.

Nel corso degli anni sono molto cambiata, sono arrivati i primi no a lavori che non mi facevano crescere ne come professionista ma nemmeno economicamente. Sì, se un lavoro magari non è magnifico ma mi permette di pagarci le rate delle tasse, beh sono sincera non dico sempre di no!

Appena aperta la partita iva lavoravo in uno spazio a casa e per farmi conoscere e vendere facevo mercatini, tanti mercatini, tutte le domeniche in giro con il sole, la pioggia, la neve… una volta anche sotto la grandine in riva ad un lago. Durante questi anni ho conosciuto tante persone speciali che sono tutt’ora amici, mi son fatta conoscere, ho venduto, ho capito cosa piaceva e cosa no. Ma alla fine non ne potevo più, non voglio essere snob ma crescendo come ceramista, prendendo una certa impostazione sia come prodotti ma anche come cornice alle mie creazioni, l’allestimento il packaging, il mondo dei mercatini della provincia di Belluno mi ha stufata tantissimo.

Le mostre dell’artigianato, il più delle volte, erano un pretesto per riempire di banchi un paesino o una via ma di artigianato, boh ben poco! Non voglio mancare di rispetto ma se organizzi un evento non puoi fare a caso, chiamare artigianato quando è solo hobbismo, che non è che non abbia valore eh, ma è un altra cosa, altre necessità e altri prezzi. Sì, ero stufa di sentirmi dire che costava troppo, che la nipotina era capace di farlo uguale e su e giù. Ma la signora che ricamava le borse aveva la partita iva? Pagava le tasse? Aveva un commercialista, camera di commercio, inail, inps… Doveva vivere di quello che vendeva? No, ma nessuno ci pensa.

Allora ho capito che sbagliavo io, ero io a stonare in quei contesti, non facevano per me e da lì ho maturato la scelta di aprire il Lab. Una scelta molto felice che mi ha fatta crescere e mi ha dato una nuova consapevolezza. Solo a questo punto ho capito quanto importanti sono stati gli anni passati ai mercatini, non mi ero mai resa conto di quanto mi sono fatta conoscere. Ho accolto in Lab tantissime persone che mi avevano trovata in giro con il mio fidato gazebo (ora lo uso per fare le feste in giardino 😉 ) e questa è stata un’ottima base dalla quale iniziare.

Ora è tutto rose e fiori? No certo. C’è sempre chi mi dice che costo troppo! E io rispondo che no, non costo troppo ma forse in quel momento è lei che non spendere quella cifra, che è giusta per comprare una ceramica (che ammetto non è di vitale importanza ma la sua bellezza sì!). Quando mi perdo in Instagram e vedo una bella borsa di una collega artigiana (io adoro le borse!), cerco il prezzo e vedo che per me è alto non mi verrebbe mai in mente di scriverle “Eh ma quanto costa!”, non faccio ricadere su di lei il fatto che in quel momento non ho la disponibilità per fare quell’acquisto. Mi sembra abbastanza facile no? Lancio un’altra provocazione… faremmo lo stesso con un cellulare ultimo modello o qualche altra cosa trendy?! io non voglio giudicare nessuno ma quando mi parte l’embolo su certi argomenti non posso stare zitta!

Il mondo della didattica, che sia quella dell’arte o quella della ceramica, continua ad essere una mia priorità, credo nella sua importanza per i bambini ed i ragazzi, ma anche per gli adulti. Anche in questo ambito ho accettato molti compromessi ma ora no, credo che un professionista con esperienza e quindi strumenti validi e capacità debba essere pagato il giusto. Non mi dilungo qui con il confronto con altri professionisti e con la guerra tra poveri che alle volte vedo, ma pensiamo che alle volte c’è chi preferisce investire 10-15 euro in una pizza e non in un’attività come un laboratorio di ceramica. Ripeto, non voglio fare di tutta l’erba un fascio ma certe situazioni mi fanno veramente riflettere.

Per fortuna tante clienti e insegnanti credono come me nell’importanza di queste attività e mi supportano e fanno di tutto per farle approvare, gli sono molto grata di questo. E per tutti gli altri beh mi dispiace perché io cercherò sempre di far valere le mie ragioni, alcune volte porto a casa il mio risultato, altre no ma i sensi di colpa che una volta arrivavano a mille ora quasi non ci sono più!

Ringrazio le amiche/gli amici e colleghe/i che condividono con me questo pensieri, è anche grazie a loro che ho maturato una nuova consapevolezza. Alle volte posso anche risultare antipatica sostenendo con fervore le mie tesi ma pazienza, la penso così e, rispettando sempre gli altri, ho voglia di farlo sapere!

 

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